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Disturbi dell’alimentazione e adolescenza: breve mappa ad uso dei genitori

Dr. Stefano Pozzoli, psicologo clinico, psicoterapeuta e psicanalista

Stefano Pozzoli, psicologo clinico, psicoterapeuta e psicoanalista. Dottore di ricerca in psicobiologia. Insegna Psicoterapia Psicoanalitica presso L’università di Pavia . Ha insegnato anche psicopatologia delle dipendenze e metodologia della ricerca clinica . Ha insegnato presso diverse scuole di specialità e ora insegna presso la SIPP modelli post freudiani. E’ membro associato della Società italiana di Psicoterapia Psicoanalitica . E’ autore di numerosi articoli su riviste scientifiche e saggi. Ha curato il libro Paradisi artificiali. Riflessioni psicoanalitiche sulle tossicodipendenze, ed edicolors, il libro Tutto tondo. Note psicoanalitiche sull’infanzia e sull’obesità contemporanea. Ed Bruno Mondadori. E numerosi altri capitoli in libri collettanei. I suoi interessi clinici sono verso la cura  delle psicopatologie contemporanee. 

 

Adolescenza

Prima di tutto, una brevissima premessa su cos’è l’adolescenza. È un periodo che va dai tredici-quattordici anni ai diciotto, tendenzialmente, ma ormai si tende a pensare che l’adolescenza sia un periodo molto più prolungato che va fino ai venticinque o addirittura fino ai trent’anni. È un periodo tumultuoso, di grandi cambiamenti, dove ognuno deve trovare e costruire la propria identità.

Il genitore, oggi, che è più solo rispetto al genitore di un tempo, si trova ad affrontare questi cambiamenti dove possiamo assistere anche all’insorgenza di vere e proprie psicopatologie. Per esempio i disturbi dell’alimentazione e della nutrizione sono una delle problematiche più consistenti in adolescenza, con una maggior prevalenza nelle femmine rispetto i maschi, ma anche quest’ultimi possono soffrire di questo problema.

 

L’insorgere di disturbi alimentari

Ma perché proprio il cibo? Il cibo e il rapporto col cibo si incaricano di portare un messaggio laddove i figli non hanno parole per dirlo in altro modo, quindi è attraverso la relazione col cibo e attraverso il corpo che esprimono una certa sofferenza, una sofferenza per i cambiamenti corporei, per le relazioni con gli altri e anche per le emozioni che provano, che spesso sono di difficile metabolizzazione e comprensione per il ragazzo stesso. Quindi assistiamo a un periodo sensibile in cui si possono strutturare delle psicopatologie anche molto serie.

 

Che cosa sono

I disturbi alimentari si caratterizzano per un rapporto alterato con il cibo, sia nel senso della restrizione massima con anche un calo del peso notevole; sia nel senso dell’eccesso, quindi un eccesso d’ingestione di cibo, che porta anche al sovrappeso e all’obesità grave.

In questo periodo la relazione con i genitori è tumultuosa ed è solo attraverso l’osservazione da parte dei genitori del comportamento del figlio, che possiamo capire se questa alterazione del rapporto col cibo si strutturerà in una vera e propria psicopatologia oppure no, quindi ci sono vari segnali e campanelli di allarme di cui dobbiamo tenere conto.

 

Le varie tipologie

I principali disturbi alimentari sono: l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa, il disturbo da binge eating e poi aggiungerei l’obesità che è un fenomeno estremamente complesso e anche sottostimato.

 

L’anoressia nervosa

Per anoressia nervosa intendiamo una drammatica restrizione dell’assunzione di cibo con una forte paura di ingrassare, nonostante il peso sia minimo oppure addirittura vi sia un grave sottopeso. In questo disturbo vi sono, o vi possono essere, episodi di abbuffate, vomito autoindotto, l’uso di lassativi e diuretici e spesso un eccesso di attività fisica. L’autostima naturalmente sarà molto condizionata dalle forme del corpo e dal peso. Nelle ragazze, il ciclo mestruale è alterato o addirittura scomparso. La salute naturalmente, può arrivare a essere gravemente compromessa.

 

La bulimia nervosa

Per bulimia nervosa, invece, intendiamo un disturbo in cui si mangia in modo eccessivo in un periodo di tempo estremamente ridotto, da pochi minuti a qualche ora, con una sensazione forte di perdita di controllo, non ci si può fermare, bisogna mangiare e mangiare tutto quello che si trova nel frigo. Spesso tali episodi si accompagnano a senso di colpa, e ad attuare condotte compensatorie per evitare proprio l’aumento del peso e quindi nuovamente vomito autoindotto, l’uso di lassativi, diuretici e l’attività fisica. Anche qui l’umore è molto alterato e disforico. L’autostima è influenzata dalla forma del corpo e dal peso. Anche questo è un disturbo particolarmente grave.

 

Binge eating

L’altro disturbo è quello da binge eating. È un termine composto da binge che è l’abbuffata e dal verbo eat che è mangiare, letteralmente significa mangiare abbuffandosi. A differenza della bulimia nervosa, è un disturbo che si caratterizza per frequenti episodi di abbuffate, ma senza condotte compensatorie. Gli episodi di abbuffate si caratterizzano per alcune caratteristiche che sono il mangiare molto rapidamente, il mangiare fino a sentirsi pieni con spiacevolezza, e il mangiare molto senza che vi sia una necessità vera. Ma anche il nascondersi per mangiare, il non farsi vedere, dovuto all’imbarazzo che si ha nell’assumere queste grossissime quantità di cibo. Anche qui, naturalmente, si accompagna a sentimenti di colpa, di svalutazione di sé, proprio a causa delle abbuffate. Il disturbo da binge eating si può accompagnare anche a un sovrappeso o all’obesità. Naturalmente, anche qui la salute può essere estremamente compromessa. Come vedete, si tratta di disturbi piuttosto gravi e frequenti, come dicevo, la maggior parte nel sesso femminile, ma non sono esclusi i ragazzi da questi tipi di disturbi, anche se in una misura estremamente ridotta.

 

Sovrappeso o obesità

L’altro rapporto alterato col cibo è il sovrappeso o l’obesità. È un fenomeno occidentale, sostanzialmente, tanto che l’OMS parla di globesity, cioè una crasi tra la parola obesity e globalità, proprio per definire la dimensione universale del fenomeno. È un’eccessiva e costante ingestione di cibo. In questo caso i criteri si definiscono in base all’anatomia, naturalmente, che è legata a un eccesso del peso corporeo a causa della massa grassa. La diagnosi si fa in base all’indice di massa grassa. Ci sono una serie di criteri che vengono associati per determinare se una persona è sottopeso, normopeso, sovrappeso oppure obesa. L’obesità può essere di primo, secondo o di terzo tipo e si può anche associare un disturbo da binge eating.

 

I disturbi più preoccupanti

I disturbi del comportamento alimentare, come avete visto, possono essere di vario tipo, dalla restrizione all’eccesso di cibo. È evidente che i disturbi che preoccupano maggiormente i genitori sono quelli dove il cibo non viene introdotto a sufficienza perché è a rischio immediatamente la vita dei ragazzi e delle ragazze e quindi preoccupano, allarmano. È però anche vero, che anche l’obesità e il sovrappeso sono disturbi molto seri, perché non portano immediatamente a un rischio di morte come può essere l’anoressia, ma a lungo andare nel tempo, anche nell’età adulta, possono portare a patologie d’organo molto serie, sono coinvolti il sistema cardiocircolatorio, il sistema renale, gastroenterico, e quindi anche quello è un disturbo che va tenuto in grande attenzione da parte dei genitori e non pensare che il grasso in eccesso sia indice di floridità. Non è così, anche nel disturbo dell’obesità la sofferenza psicologica che è celata è molto presente.

 

I campanelli d’allarme

Dobbiamo dire che ci sono dei campanelli d’allarme che fanno sì che i genitori possano osservare quel che avviene e stare attenti al proprio figlio. I campanelli d’allarme più comuni, rispetto all’anoressia, sono certamente un’improvvisa ed eccessiva attenzione per la dieta che diventa subito particolarmente rigida e limitante. C’è un’immediata e preoccupante attenzione verso il peso in eccesso. Spesso, si associa un’eccessiva preoccupazione per le calorie e per i valori nutrizionali: il ragazzo o la ragazza sta molto attento a quello che viene ingerito e vi è anche una restrizione nell’utilizzo degli alimenti, con una poca variabilità. Questi sono indici che devono allertare e allarmare. In più si assiste, come spesso capita, ad un’eccessiva attività fisica, che serve proprio per ridurre o mantenere il peso basso. Fare attenzione se vi sono ripetute visite in bagno, perché possono essere un indice dell’utilizzo del mezzo del vomito autoindotto, piuttosto che di lassativi o diuretici, che servono, anch’essi, per limitare o diminuire il peso, quindi attenzione al tipo di farmaco che eventualmente i ragazzi utilizzano.

Vi può essere anche una restrizione delle attività di svago o delle attività divertenti, cioè eccessiva preoccupazione verso la performance, in particolar modo verso la performance scolastica. Le ragazze anoressiche sono estremamente brave a scuola, di alto livello, da questo punto di vista. Non vuol dire che se un ragazzo va bene a scuola non stia soffrendo o non abbia delle sofferenze, che non mostra direttamente, ma mostra attraverso questo rapporto alterato col cibo.

Vi è anche una restrizione della vita sociale, soprattutto in quelle occasioni dove si mangia, se si va al ristorante, quelle occasioni conviviali dove si sta con gli amici e c’è del cibo. Ecco, occorre fare attenzione e osservare se la ragazza evita questo tipo di attività, se non tocca cibo, se non mangia quanto dovrebbe. Un’altra caratteristica è l’improvvisa dedizione alla cucina e al cucinare, che non deriva dai noti programmi televisivi di cui ormai siamo piuttosto bombardati, ma deriva da un tentativo di gestire il cibo, attraverso l’utilizzo di diete per esempio macrobiotiche, vegane, vegetariane, come scusa per ingerire poco cibo, quindi non per un’attività salutistica. L’altro segnale a cui bisogna prestare attenzione è l’alterazione o l’assenza del ciclo mestruale.

 

La vigoressia nei ragazzi

Nei maschi naturalmente vi possono essere queste problematiche ma è più presente un alto tipo di disturbo che riguarda un eccesso di attività fisica, un eccesso di attenzione per il tono muscolare, per l’allenamento, per la massa magra, che si accompagna a una dieta molto spesso iper-calorica e iper-proteica. In questo caso parliamo di vigoressia, che è una forma di dismorfofobia, cioè di un’alterazione della percezione del proprio corpo e delle proprie forme.

Questi segnali sono estremamente importanti, quindi il genitore dovrà prestare attenzione al figlio, dovrà occuparsene, anche in quest’epoca dove è molto difficile perché si è presi da mille impegni, dal lavoro, dalle difficoltà della vita. Ma, in fondo, la richiesta è quella di occuparsi di loro, di cercare di interpretare cosa stanno vivendo, di mettersi nei loro panni: è una richiesta anche di attenzione e di cura.

 

Altri segnali allarmanti

Vi sono poi dei segnali d’allarme più preoccupanti che non possono essere trascurati.

Intanto, il tono dell’umore che improvvisamente si altera, è disforico, cambia in un modo che è qualitativamente diverso da quello tipico dell’adolescenza. Vi sono, per esempio, cosa difficile da capire, pensieri suicidari, o atti lesionistici come infliggersi delle ferite, bruciarsi, graffiarsi, procurarsi delle escoriazioni, ecco questi sono segnali ancora più preoccupanti.

Un altro segnale è il riposo notturno, cioè se il riposo è alterato e se addirittura subentra un’insonnia. Poi vi sono sintomi fisici ancora più seri che sono gli svenimenti, le aritmie, gonfiori alle gambe o le parestesie, insieme alla stanchezza o alle difficoltà respiratorie. Questi sono campanelli d’allarme ancora più seri, che non possono essere sottovalutati. Però dobbiamo ricordarci che i disturbi dell’alimentazione non si caratterizzano solo per la perdita del peso o per l’eccesso di peso, quindi nella forma anoressica o nell’obesità, perché noi potremmo avere un peso normale ma soffrire, per esempio, di bulimia o binge eating, che servono per compensare la restrizione dell’alimentazione. Quindi il peso non varia di molto, abbiamo un peso normale, quindi il peso non diventa l’indice, ma è proprio il tipo di comportamento che si ha col cibo che è l’indice del disturbo alimentare e della sofferenza del ragazzo.

 

L’aiuto dei genitori

Questi segnali sono estremamente importanti e i genitori non devono sottovalutarli. Abbiamo però una piccola cassettina degli attrezzi nel nostro bagaglio che ci permette, a partire dall’osservazione di alcuni segnali, di dire qualcosa, di comunicare qualcosa ai nostri figli rispetto a questo rapporto alterato che hanno col cibo, a un aspetto anoressico, bulimico, di sovrappeso o addirittura di obesità.

Intanto, la prima cosa da fare è non giudicare, non si può avere vergogna della malattia dei figli e non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto, per esempio. Non giudicare il ragazzo, perché non è un atto di volontà quello di restringere l’apporto di cibo o ingerirlo in maniera eccessiva. Parlare con il ragazzo rispetto alle proprie preoccupazioni è importante, non aver timore di toccare argomenti emotivamente sensibili che possono riguardare noi, il nostro rapporto con i figli e riguardare loro stessi rispetto a quello che stanno vivendo e i cambiamenti che stanno vivendo nel mondo. Quindi, dobbiamo parlare in modo aperto, sincero e anche diretto, senza troppi giri di parole: è apprezzata molto l’onestà dei genitori da parte dei ragazzi.

Intanto, non aver paura di proporre un aiuto specialistico, laddove è necessario, e cosa importante non colpevolizzare e non colpevolizzarsi come genitori. A volte si è soli nella crescita dei figli, non esiste più la comunità allargata, e quindi bisogna ricordarsi sempre che si fa del proprio meglio per crescere i ragazzi nel modo migliore. Quindi, non vergognarsi della malattia del figlio, è un disturbo psicologico, non si tratta di volontà, non se ne esce semplicemente con la forza di volontà.

 

L’ascolto

Dobbiamo garantire l’ascolto sempre, anche quando i ragazzi non sono disponibili a farlo, percepiscono la disponibilità del genitore a essere lì, a essere presenti, a resistere di fronte alle intemperie, agli urti della vita, e questo è un aspetto molto importante, è un esempio per i ragazzi. Quindi rimanere aperti al dialogo ed esplicitare il proprio affetto, concentrandosi su di loro.

Un’altra cosa importante che si chiedono i genitori è cosa devono fare rispetto alla dieta, alla restrizione, alla diminuzione del peso, se dirlo, non dirlo. Bene, è inutile, non serve parlare di peso o dieta, soprattutto a tavola, serve trovare del tempo per loro e poterne discutere in modo più diretto, sincero e aperto.

 

Favorire le passioni

Un’altra cosa, che io credo sia necessario fare, è favorire le passioni, sia col nostro esempio mostrandogli che abbiamo delle passioni, mostrandogli che la vita va vissuta con passione, aiutandoli nella ricerca di ciò che veramente piace loro, ciò che possa coinvolgerli. Questo è un antidoto ai disturbi mentali, avere una passione, cercare piacere nella vita e ritrovarlo nelle attività sia culturalmente che da un punto di vista sportivo possono ingaggiare il ragazzo.

Inoltre, un’altra cosa molto importante, è non insistere sulla performance scolastica o sportiva. La performance è qualcosa che non garantisce il benessere e nemmeno il successo del figlio.

 

Chiedere aiuto

Un punto particolarmente delicato e importante è mostrare al ragazzo che in certe occasioni, in certi momenti della vita, si può chiedere aiuto. È opportuno rivolgersi, prima di tutto, al proprio medico di base come primo interlocutore, per poi rivolgersi a equipe e strutture specializzate dove possono offrire un servizio specialistico e multidisciplinare, con interventi psichiatrici, psicoterapeutici, in area medica, sia all’adolescente ma anche alla famiglia che è coinvolta direttamente nel disturbo del figlio. Ricordiamoci che un disturbo è un sintomo ed è un segno di una sofferenza psicologica, e quindi come tale va affrontato, esattamente come affronteremmo qualsiasi altro tipo di patologia organica.

 

Il messaggio che si cela dietro i disturbi alimentari

In conclusione, possiamo ricordare alcuni elementi importantissimi. I disturbi alimentari sono sempre il sintomo di una sofferenza psicologica. Noi dobbiamo pensare che i disturbi alimentari, i disturbi psicologici ci dicono che c’è qualcosa che non funziona in questo momento di vita, per cui i genitori devono essere pronti ad ascoltare e ad accorgersi se qualcosa non va. I campanelli d’allarme sono quelli di prestare attenzione, prima di tutto osservare e vedere se ci sono cambiamenti repentini nel rapporto col cibo.

Però quali strumenti abbiamo? I genitori hanno alcuni strumenti che non vanno sottovalutati: la capacità di parlare col figlio. Bisogna mettersi in una posizione non giudicante e non colpevolizzante, perché non è un disturbo della volontà, ma è qualcosa di inevitabile in quel momento di vita del ragazzo, ma è anche un messaggio.

Io concluderei dicendo che i disturbi alimentari, come disturbi psicologici che nascono anche in adolescenza, sono portatori di un significato, vanno letti all’interno del rapporto della persona con sé e con gli altri, col mondo, ma sono anche un messaggio di speranza, un invito ai genitori ad accorgersi dei figli, a occuparsene, la speranza di poter star bene, di poter guarire, di poter essere accolti dai propri genitori in un periodo molto complicato della crescita.

 

Bibliografia, Sitografia e Filmografia

Pozzoli S. (2011) Tutto tondo. Note psicoanalitiche sull’infanzia e sull’obesità contemporanea. Ed Bruno Mondadori, Milano
Pace P. and Pozzoli S. (2013) Nutrire il cuore. Importanza dell’intervento precoce nella prevenzione dei disordini alimentari in età evolutiva, edicolors , Genova
Pace P. ( 2010) Un dolore Infame. Genitori e anoressia. Una lettura psicoanalitica , bruno
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https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2774_allegato.pdf Una mappa dei
servizi e associazioni che si occupano di disturbi dell’alimentazione e della nutrizione è consultabile all’indirizzo  www. disturbialimentarionline.it  (a cura del Ministero Della salute)
De Clerq F. (2010) tutto il pane del mondo, Bompiani, Milano
De Clerq F. (2002) fame d’amore, Rizzoli, Milano
Recalcati M.  I disturbi alimentari na pandemia contemporanea https://www.raiscuola.rai.it/medicinaesalute/articoli/2022/02/Recalcati-I-disturbi-alimentari-unepidemia-contemporanea-63b93166-91af-4963-adb6-0fce159b4356.html
Recalcati M. Anoressia è una malattia dell’amore  https://www.raiplaysound.it/audio/2023/01/Massimo-Recalcati-Lanoressia-e–una-malattia-dellamore—Il-mondo-nuovo-df9452ca-2db5-45ed-b9d8-dda7a31b5a62.html
Primo amore (2004), film
Ragazze interrotte (1999), film
Fino all’osso (2017), film